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La Rotta, il castello più infestato d’Italia è a Moncalieri

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Storie e leggende del Castello della Rotta, il più infestato d’Italia

Il castello della Rotta – situato a Moncalieri, alle porte di Torino – è un antico edificio conosciuto come il maniero più infestato d’Italia. Il castello è stato proprietà di romani, longobardi e cavalieri templari. Questo luogo è legato a numerosissime leggende e storie paranormali. Ad esempio, durante l’inverno, chi viaggia in auto sulla strada che passa accanto al Castello potrebbe incontrare interi eserciti in marcia o una bellissima donna dai capelli biondi vestita di nero che passeggia nella campagna scomparendo nel nulla poco dopo. Sembra che si tratti di una dama che si tolse la vita per sfuggire alle angherie del marito.

Sempre al di fuori del maniero, più precisamente nel cortile, sembra che vaghi anche lo spirito di un uomo decapitato con in mano la propria testa. Il Castello “ospita” anche lo spirito di un sacerdote che – accusato di crimini orrendi – venne condannato ad essere murato vivo nel 1400 e numerosi fantasmi templari. La leggenda vuole che tutti gli spettri si riuniscano ogni anno nella notte tra il 12 e il 13 giugno per una processione all’interno del Castello. Ma scopriamo nel dettaglio le leggende più famose del Castello più infestato d’Italia.

Il castello più infestato d'Italia è a Moncalieri: La Rotta
Immagine da: Wikimedia

Il frate della Rotta

La leggenda narra di un nobile proprietario del Castello e promesso sposo di una bellissima dama. Durante le feste per il fidanzamento, il maniero venne assediato dai saraceni. Alcuni di loro inseguirono la nobildonna in cima alla torre e la giovane, per sottrarsi al nemico, decise di togliersi la vita gettandosi nel vuoto. Il promesso sposo riuscì ad allontanare i nemici combattendo per tutta la notte, ma alle prime luci dell’alba vide il corpo senza vita della sua fidanzata sul ponte levatoio. Distrutto dal dolore, decise di consacrare la sua vita a Dio diventando un monaco templare e partì per la Terra Santa per vendicare la sua amata.

Il bambino e la nutrice

Secoli fa nel maniero viveva un bambino molto vivace e dispettoso, croce della sua amata nutrice, costretta a seguirlo per tutto il Castello per proteggerlo dai guai. Un giorno, la donna si fermò un momento nel cortile del maniero per riprendere fiato dopo l’ennesimo inseguimento alla ricerca del pargolo. Dopo averlo individuato nuovamente con indosso una smorfia di sfida, la nutrice sfogò la sua frustrazione con un rimprovero piuttosto colorito. D’improvviso, però, arrivò in cortile una carrozza trainata da alcuni cavalli imbizzarriti che travolsero il piccolo, uccidendolo. La donna, sconvolta dal dolore, corse in cucina e si tolse la vita. Da allora, i loro spiriti abitano le sale del Castello. Il bimbo è sempre alla ricerca della propria mamma e la nutrice è sempre alla ricerca del piccolo. La donna, inoltre, lascerebbe dietro di sé un odore di rose e gigli.

Il cavaliere templare a cavallo

Decine di uomini e cavalieri vennero sepolti all’interno delle mura del Castello della Rotta e di questo ne sono testimoni gli scheletri rinvenuti dagli studiosi. Tra questi, spicca lo scheletro di un cavaliere sepolto insieme al suo cavallo con una grande croce di ferro al collo, risalente tra il XV ed il XVI secolo. Si narra che in quel periodo arrivò una marchesa francese promessa sposa del signore del Castello. La giovane, tuttavia, era innamorata di un valoroso cavaliere. Il proprietario del castello scoprì la loro storia e gettò la marchesa dalla torre del Castello. Quando il cavaliere scoprì la terribile notizia decise di votarsi a Dio e partire per la Terra Santa diventando un templare. Come ultimo desiderio chiese di farsi seppellire al Castello, accanto alla sua amata. Sembra che il suo spirito si aggiri ancora per le sale della tenuta in sella al suo destriero.

Il Castello più infestato d’Italia è proprietà privata

Sfortunatamente la struttura non è visitabile perché è proprietà privata, ma – come accennato poco fa – è possibile imbattersi in uno dei fantasmi sopracitati anche nella pianura intorno al Castello più infestato d’Italia.

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WikipediaGuidaTorinoVirgilio

Redazione

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