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Etichettatura del vino: nuovo labirinto burocratico imposto dall’UE

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Le nuove regole dell’UE sull’etichettatura del vino stanno creando un intrico burocratico per i produttori

La recente decisione della Direzione generale per la salute e la sicurezza alimentare dell’Unione Europea ha provocato un vero e proprio sconvolgimento nel settore vitivinicolo. A poche settimane dall’attuazione del nuovo regolamento sull’etichettatura delle bottiglie di vino, l’UE ha cambiato le carte in tavola, introducendo regole sorprendentemente complicate. Secondo quanto riportato su Lo Spiffero, le etichette delle bottiglie di vino, che dovevano contenere un codice QR per fornire informazioni dettagliate sul prodotto, ora dovranno includere la parola “ingredienti” in tutte le 24 lingue ufficiali dell’Unione Europea.

L’impatto sul settore vitivinicolo e le reazioni

Questo cambiamento improvviso ha creato notevoli problemi per i produttori di vino italiani. Con milioni di etichette già prodotte in conformità con le precedenti direttive, l’introduzione di questa nuova regola ha reso inutilizzabili queste etichette, causando enormi perdite. Micaela Pallini, presidente di Federvini, una delle principali associazioni del settore, ha espresso il suo forte disappunto per questa decisione, evidenziando le potenziali ripercussioni negative, soprattutto in termini di esportazioni, vitali per l’economia italiana.

Roberto Abellonio, direttore di Confagricoltura per la provincia di Cuneo, ha sottolineato l’importanza economica del settore vitivinicolo, particolarmente in regioni come il Piemonte. Ha espresso preoccupazione per l’impatto commerciale di queste modifiche, soprattutto nei mercati esteri sensibili ai cambiamenti normativi. I produttori vitivinicoli italiani, insieme a quelli di Francia, Spagna e Portogallo, hanno fatto appello alla presidente della Commissione Europea Ursula von der Leyen per una deroga, ma fino a ora non hanno ricevuto risposta.

La Germania ha invece richiesto l’aggiunta di ulteriori informazioni nutrizionali sulle etichette, tradotte nelle 24 lingue dell’UE. L’industria vitivinicola si trova così ad affrontare un vero e proprio rompicapo burocratico. L’acquisto di una bottiglia di vino potrebbe trasformarsi nell’acquisizione di un manuale di istruzioni dettagliato, simbolico delle complessità normative imposte dagli euroburocrati. Questa situazione riflette la difficoltà di conciliare le esigenze del mercato con le richieste sempre più esigenti di normative internazionali.

Andrea Cerutti (Lega): “Un’euro-follia”

“Ancora un’euro-follia. Il nostro territorio come il Piemonte, grande produttore di vini, viene messo in difficoltà dalla recente normativa dell’UE sull’etichettatura del vino, che impone l’indicazione degli ingredienti in 24 lingue diverse”, ha commentato Andrea Cerutti, Consigliere Regionale del Gruppo Lega Salvini Piemonte.

“Un chiaro esempio di come un eccesso di burocrazia possa creare ostacoli ingiustificati. Si tratta di una misura che crea più problemi di quanti ne risolva, costringendo i produttori a sostenere costi enormi e inutili, con un impatto diretto sulle esportazioni e sull’immagine del nostro vino all’estero”.

“Dobbiamo proteggere le nostre tradizioni e il nostro patrimonio enologico, e al tempo stesso garantire trasparenza e informazioni chiare ai consumatori. Tuttavia, questo non deve avvenire a discapito della praticità e dell’efficienza. È evidente che serve un cambiamento nel modo in cui l’Europa si rapporta con i propri settori produttivi. Siamo pronti a lavorare per un’Europa più efficiente e meno burocratica, che sappia valorizzare e proteggere le eccellenze dei suoi stati membri, piuttosto che ostacolarle con decisioni controproducenti”, ha concluso Cerutti.

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Sorgente
Lo Spiffero

Redazione

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