Torino

Intervento della Digos presso il centro sociale Askatasuna: notificate sei misure cautelari

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Intervento della Digos al centro sociale Askatasuna di Torino: notificate sei misure cautelari e obblighi di firma

All’alba di questa mattina, gli agenti della Digos di Torino hanno notificato sei misure cautelari e obblighi di firma presso il centro sociale Askatasuna, ubicato in corso Regina Margherita 47. I sei militanti, tutti precedentemente imputati per associazione a delinquere, svelando il lato oscuro di questa organizzazione.

L’indagine

Questi nuovi provvedimenti emergono in seguito al riconoscimento del reato associativo da parte della Cassazione, nonostante i tentativi degli avvocati difensori di presentare ricorsi. L’indagine eseguita dalla Digos, sotto la direzione di Carlo Ambra e coordinata dalla pm Manuela Pedrotta, ha fatto luce sulle attività clandestine di Askatasuna. Si è scoperto che il centro ha avuto un ruolo attivo nelle violenze a Torino e in Val di Susa, opponendosi con metodi discutibili al progetto No Tav.

Il dossier della procura evidenzia tentativi di Askatasuna di controllare e manipolare il movimento No Tav nella Valle di Susa, di infiltrarsi tra gli ambientalisti genuini di Fridays for Future e di manipolare i migranti, condizionandoli alla loro ideologia. Un’aggressione ai danni di un gruppo di spacciatori nel quartiere viene vista come un tentativo di affermare un controllo coercitivo sul territorio. Ulteriori rivelazioni mostrano contatti con ex brigatisti e dichiarazioni antisemite, svelando la vera natura del centro.

Le deboli difese hanno cercato di minimizzare, sostenendo che queste fossero “conversazioni in libertà”. Tuttavia, il tribunale ha respinto questa narrazione, identificando gli attivisti del centro sociale non come rivoluzionari ma come delinquenti.

Andrea Cerutti (Lega): “Un problema che la politica non può ignorare”

Andrea Cerutti, Consigliere Regionale del Gruppo Lega Salvini Piemonte, ha commentato: “Accogliamo con soddisfazione il pronunciamento della Suprema Corte di cassazione sulle condanne a questi individui. Da anni sosteniamo che Askatasuna sia un covo di banditi che collabora con ex brigatisti e cerca di manipolare gli immigrati per farne una sorta di esercito al fine di reclutare nuovi militanti antagonisti”.

“Questo fatto mette sicuramente in luce un problema che la politica non può ignorare. Chiediamo al sindaco Lo Russo di intervenire per lo sgombero del centro sociale. Non si può più avere clemenza con questi individui, ed è giunto il momento che la politica si unisca in un fronte comune contro le azioni di Askatasuna”.

“Si proceda immediatamente, senza più tentennamenti, allo sgombero del centro di Askatasuna ripristinando condizioni di legalità in quel palazzo occupato”, ha commentato il presidente del Consiglio regionale Stefano Allasia. “Quando leggo questi fatti, e ricordo dichiarazioni di alcuni colleghi del Consiglio, che si ostinano a difendere qualcosa che è ormai assolutamente indifendibile, sorrido per non piangere. Come si fa ancora a giustificare l’esistenza di quel centro? Cosa stiamo ancora aspettando per liberarlo?”

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