Chivasso, operatrice sanitaria no vax lasciata a casa senza stipendio dall’azienda: si rivolge al Tribunale
Chivasso. Un’operatrice sanitaria no vax dipendente presso una casa di riposo nel Torinese è rimasta a casa senza stipendio per non aver aderito alla campagna vaccinale contro il Covid. La donna, 54 anni, italiana, ha presentato ricorso in Tribunale contro i suoi datori di lavoro. Tuttavia, la sentenza del giudice del lavoro Federica Fabaro del Tribunale di Ivrea si è pronunciata a favore della cooperativa sociale Clavasius di Chivasso. Questa sentenza conferma “la prevalenza della salute pubblica rispetto alla libertà individuale”. L’obbligo al vaccino è difatti previsto dalla Costituzione e la sospensione potrà giungere al termine se la donna sceglierà di vaccinarsi.
Una delle prime sentenze
Si tratta di una delle prime sentenze a favore dei datori di lavoro che decidono di sospendere i dipendenti no-vax. Secondo l’articolo 2087 del Codice Civile, difatti, “L’imprenditore è tenuto ad adottare nell’esercizio dell’impresa le misure che, secondo la particolarità del lavoro, l’esperienza e la tecnica, sono necessarie a tutelare l’integrità fisica e la personalità morale dei prestatori di lavoro“.
In un’altra recente sentenza riportata su laleggepertutti.it, il provvedimento di far rimanere a casa senza stipendio un dipendente no vax è dato dal comportamento dello stesso che va contro la normativa. Secondo il tribunale di Roma, “Ogni lavoratore deve prendersi cura della propria salute e sicurezza e di quella delle altre persone presenti sul luogo di lavoro su cui ricadono gli effetti delle sue azioni o omissioni“. Questo “conformemente alla sua formazione, alle istruzioni e ai mezzi forniti dal datore di lavoro”. In pratica, un lavoratore no-vax non risulta “idoneo a stare a contatto con la clientela”. Rimanendo in casa senza svolgere alcuna attività lavorativa, quindi, un dipendente no-vax perde anche il diritto allo stipendio.