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Torino, restrizioni per la movida e l’ira dei gestori di San Salvario: “Chi paga gli Steward?”

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Restrizioni per il quartiere di San Salvario di Torino al fine di contrastare la “mala movida”: la perplessità dei gestori

Per evitare assembramenti molesti, urla e schiamazzi fuori dai locali, si stanno introducendo Steward con le pettorine gialle. Questa è l’ultima novità insieme alle altre restrizioni contro la movida già imposte dal Comune di Torino per i gestori di cocktail bar e locali. Inizialmente, la stretta sulla “mala movida” riguarderà solo l’area di San Salvario, compreso tra corso Marconi, via Nizza, corso Vittorio Emanuele II e via Principe Tommaso. Nel pomeriggio di ieri, 21 giugno 2023, sono state inviate le prime notifiche riguardanti i nuovi obblighi, tra cui l’uso di bicchieri contrassegnati per identificare chi serve alcolici.

Nel quadrilatero di San Salvario, si levano proteste da chi gestisce locali come ristoranti e cocktail bar. I gestori faticano a comprendere il motivo delle nuove restrizioni sulla movida incontrollata e l’esigenza di un’ulteriore sorveglianza. Sorgono domande sul modo in cui gli Steward distingueranno i problemi legati ai locali da quelli più generali causati dalle condizioni sociali del quartiere. Inoltre, si chiede chi sarà responsabile dei costi per le ronde notturne.

Torino controlli nelle zone della movida 3 locali multati e 2 arresti
Immagine da: Polizia di Stato

Molti dubbi e questioni irrisolte

Ci sono molte questioni e dubbi che rimangono irrisolti per chi vive e lavora nel quadrilatero tra via Nizza, corso Vittorio, via Principe Tommaso e corso Marconi. Infatti, il problema non può essere attribuito al caos o al sovraffollamento, poiché semplicemente non esiste più come nell’era pre-Covid. Filippo Camedda, proprietario del Lanificio San Salvatore in via Sant’Anselmo, afferma che non comprende la decisione e ritiene che la politica stia agendo con molti anni di ritardo.

Ad ogni modo, il tema degli assistenti alla clientela è diventato centrale tra le stradine di San Salvario. Christian Badalucco dal Krimikal spiega che comprende se l’obbligo viene imposto a chi ha avuto problemi in passato, ma altrimenti non ha senso. Le imposizioni aggiuntive, dopo le spese per dehors e ombrelloni, stanno minando la motivazione degli operatori. Chi ha aperto attività in zona, magari con debiti da ripagare, si trova in una situazione preoccupante.

Badalucco afferma che sarebbe terribile dover spendere per un buttafuori e che diventa sempre più difficile fare pubblicità e valorizzare il quartiere. Altre aree della città sono in attesa di chiarimenti sulle possibili restrizioni, ad esempio nel Quadrilatero o in piazza Vittorio Veneto. Anche a Santa Giulia, dal bar omonimo, si richiede un presidio fisso dei Carabinieri per contrastare il disagio che spesso si verifica fuori dai loro spazi privati. Tuttavia, aumentare i costi non cambierà la situazione.

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Sorgente
Corriere della Sera

Redazione

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