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Rifugi antiaerei Torino: storia dei bunker sotterranei presenti in città

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A Torino ci sono decine di rifugi antiaerei risalenti alla Seconda Guerra Mondiale: i bunker sotterranei sono ovunque in città

La città di Torino pullula di rifugi antiaerei risalenti alla Seconda Guerra Mondiale: l’ultimo bunker in ordine di scoperte risale a pochi anni fa. Situato in piazza Marmolada, il rifugio tornò alla luce per pura casualità nel corso di alcuni scavi per la costruzione di un giardinetto nel 2014.

Secondo quanto riportato da un articolo di Mole24, il bunker era probabilmente utilizzato dai dipendenti della Fiat Materferro, che lavoravano nella sede situata proprio nella stessa piazza. Il rifugio possiede tre stanze della capienza di 120 persone circa, era dotato di un generatore elettrico e un piccolo bagno.

Oltre a Piazza Marmolada, ci sono ben altri 42 rifugi antiaerei sparsi nel sottosuolo di Torino, realizzati dal Comune nel corso della Seconda Guerra Mondiale per proteggere i civili dai bombardamenti. I più famosi sono a Piazza del Risorgimento (uno dei più grandi), Largo Sempione, Parco Ruffini, Via Giordano Bruno, Via Foggia, i giardini di Largo Sempione, il Palazzo dei Quartieri Militari (che dava rifugio ai giornalisti della Gazzetta del Popolo) e il Palazzo Civico.

Rifugi antiaerei Torino: storia dei bunker sotterranei presenti in città
Immagine da: Wikimedia

Il bunker sotto Palazzo Civico

Uno dei rifugi antiaerei più curiosi di Torino è sicuramente il bunker di Palazzo Civico. Costruito tra il 1940 e il 1942, il suo scopo era quello di ospitare il distaccamento dei Vigili del Fuoco di Via Bellezia e la Polizia Locale in caso di attacco. Fece il suo lavoro: resistette ai bombardamenti da parte dell’aviazione inglese.

Il bunker è dotato di locali raggiungibili tramite un tunnel lungo 30 metri e alto un metro e ottanta. Ha acqua corrente, ricambio d’aria e porte anti scoppio. “Questo spazio poteva ospitare 50 persone. E’ stato realizzato con miscela di calcestruzzo e da mattoni pieni, al fine di resistere all’urto” ha spiegato alla redazione di TorinOggi il responsabile amministrativo del Comune di Torino, Stefano Re. Ancora oggi potrebbe essere utilizzato nel limite delle sue funzionalità. Le porte non sarebbero sigillabili, ma certamente garantirebbe una certa protezione essendo collocato a 10 metri di profondità. Inoltre, è realizzato secondo tecniche costruttive predisposte per gli attacchi dell’aviazione nella Seconda Guerra Mondiale”.

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Sorgente
TorinOggiMole24

Redazione

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